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troppo presto per le due amiche che avevano ancora tante confidenze da farsi, che provavano ad ogni istante il bisogno di stringersi la mano, di scambiare un bacio, di dichiararsi a vicenda che si volevano tanto, tanto bene.
Scelsero, per dormire, due camerette attigue; e sera e mattina era un andirivieni continuo dall’una all’altra, un cinguettare, un ridere, un chiamarsi, da vere bimbe in vacanza.
Thèa, ad onta de’ suoi trentasei anni, era viva, svelta, sempre allegra; sarebbe parsa una ragazza, se gli occhi profondi e il sorriso enigmatico non avessero indicato un doppio fondo di pensieri e di sensazioni affatto contrarie all’innocenza. La sua voce era strana, velata; principalmente quando parlava cogli uomini aveva inflessioni di abbandono, come di stanchezza voluttuosa.
— Io sento — le diceva Lydia — che tu devi piacere immensamente agli uomini.
— È vero — rispondeva la baronessa, cui