Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 231 — |
signora Avella, e le parve che Eva tentasse di evitarla. Però, non essendovi riuscita, le due antiche amiche si strinsero la mano.
— Non vieni mai a trovarmi — disse Lydia.
— Sono molto occupata.
— A farti adorare? Capisco, ma tuo marito non è in casa tutto il giorno.
— Mi occupo... dell’avvenire.
— Ah!
Lydia sorrise, di un brutto sorriso che aveva imparato recentemente; duro, forzato, che le segnava una ruga tra le labbra e il mento, e che rassomigliava ad una smorfia.
— Tu — disse la signora Avella dopo un minuto di esitazione — vai sempre con Thèa?
— Sì, non ho ormai altra amica. Tutte mi hanno abbandonata.
— E tu — riprese dolcemente la signora Avella, senza rilevare il sarcasmo — dovresti abbandonare lei.
— Perchè?