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signora Avella, e le parve che Eva tentasse di evitarla. Però, non essendovi riuscita, le due antiche amiche si strinsero la mano.

— Non vieni mai a trovarmi — disse Lydia.

— Sono molto occupata.

— A farti adorare? Capisco, ma tuo marito non è in casa tutto il giorno.

— Mi occupo... dell’avvenire.

— Ah!

Lydia sorrise, di un brutto sorriso che aveva imparato recentemente; duro, forzato, che le segnava una ruga tra le labbra e il mento, e che rassomigliava ad una smorfia.

— Tu — disse la signora Avella dopo un minuto di esitazione — vai sempre con Thèa?

— Sì, non ho ormai altra amica. Tutte mi hanno abbandonata.

— E tu — riprese dolcemente la signora Avella, senza rilevare il sarcasmo — dovresti abbandonare lei.

— Perchè?