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mente felice. Aveva un figlio nel collegio imperiale, un giovanetto di quattordici anni, del quale mostrava con orgoglio le lettere. A Vienna, narrava, era amata da tutti, corteggiata fino alla sazietà, ricercata nei migliori salotti. Parlava spesso e volentieri de’ suoi trionfi; parlandone, le si accendeva nello sguardo la stessa fiamma divoratrice che aveva reso celebri gli occhi di sua madre. — In quegli occhi — diceva Calmi — ci sono altri vent’anni d’appetito per gli uomini, dieci per l’écarté, e non mi stupirei che ne avanzasse ancora per Dio. Buona razza non fallisce mai.

Lydia si arrabbiava un pochino a sentir parlare così. Per Calmi non c’era nulla di sacro; e gli chiudeva la bocca colla sua pezzuola profumata, proclamando la baronessa von Stern la più simpatica delle amiche.


Un giorno, dopo parecchi mesi che non si vedevano, Lydia incontrò in un negozio la