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— Benissimo. Ritrovo il mio Calmi in questo accento ironico. Ella deve pensare che sono un mostro di pervertimento. Dopo tutto, non lo nego, mi piace a conoscere le acque in cui navigo. Capirà che è una sciocchezza continuare a credere questo, questo e questo, quando in realtà è quello, quello e quello!

— E s’è divertita a veglione?

— Ma sì, gliel’ho già detto, moltissimo. Mi pareva di essere in un pandemonio. Dimenticare affatto quello che si è, inebriarsi al punto da non capire più nulla e girare in tondo, forse, è il segreto della felicità.

Calmi la fissava col suo freddo sguardo da osservatore. Ella seguitò esaltandosi leggermente:

— Ho veduto gli uomini più gravi: magistrati, insegnanti, persone serie che mi guardano per solito d’alto in basso, schiamazzare come pagliacci e...

Si arrestò, volgendo la faccia da un lato per sfuggire lo sguardo di Calmi.