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fanno uomini e donne, questi nemici che si amano qualche volta per poter tornare a odiarsi con maggior furore, fremeva nell’aula legalmente severa, sotto la maschera delle convenienze.
Ognuno ricordava i disinganni sofferti.
Nei corpetti di raso, piccoli sussulti di seni feriti si smorzavano dolorando; volavano nell’aria i sospiri; antiche ferite gocciavano di sotto i sorrisi; anime perdute, profanate, si dissolvevano spandendo, come albero scosso dalla bufera, i semi d’altre lotte, d’altri disinganni. Sulle fronti d’uomo, travagliate laboriosamente dal pensiero, dove la sfinge della vita aveva impresse le sue orme granitiche, l’incredulità — pianto di coloro che non hanno lagrime — ghignava non meno dolorosamente, e, coll’egoismo dei dannati, faceva festa alle nuove vittime.
Due correnti contrarie si urtavano, sotto una apparente armonia: duetto d’amore in cui