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nel salotto dei signori Avella. Era stata la bersaglio, dove si esercitava con Lante alla pistola, trovando ancora una larva di piacere in questi esercizi violenti che le frustavano il sangue. Entrò senza farsi annunciare, mormorando un — permesso? — intanto che sollevava la portiera.
— Ah! — fece Eva balzando in piedi, passando davanti a suo marito che si trovava in ginocchio sul tappeto.
Lydia rimase immobile, colpita dall’espressione di quel volto che non aveva più nulla di umano, irradiato da una luce meravigliosamente ideale.
— Dio, come sei bella!
Queste parole le sfuggirono suo malgrado, mentre la guardava, ancora agitata. La giovane sposa era in abito da mattina, sciolto, colle maniche larghe, aperte dall’alto al basso che lasciavano il braccio interamente nudo — un braccio tornito, di un candore di neve,