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modesto — si affrettò a soggiungere la signora Avella, per definire subito la sua nuova posizione nel mondo. E Lydia sentì un improvviso stringimento, come se quel modesto, pronunciato con una infinità di retropensieri, le avesse mostrato un bene che ella non poteva acquistare.
— Siete felici, nevvero?
Eva non disse di sì. Sorrise e guardò Lydia con mal celata compassione.
— Orbene — esclamò Lydia con un piccolo riso maligno — so quel che mi resta a fare. Metterò in un cappello il nome de’ miei spasimanti e sposerò il primo che esce, poiché è il matrimonio che rende felici.
Quel giorno stesso, agitata da pensieri amorosi, si lasciò vendere dal suo tappezziere una coperta tessuta su disegni del quattrocento, con tede accese e nodi d’amore. La coperta era di raso, di una intonazione perlacea pallidissima; le tede di una viola dolcemente incarnato, con