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dai monti, un vapore grigio sorgeva dalla terra e dal lago, manto pietoso, lenzuolo funebre a quella suprema agonia.
Lydia gustò per quindici giorni questa profonda voluttà: la malinconia dell’anima e delle cose. Le sue ultime gite a cavallo sui sentieri desolati, le procurarono indicibili istanti di piacere. Le fiammate allegre, prese in piedi colla punta dello stivaletto appoggiato agli alari, coi capelli ancora impregnati dell’aria dei boschi, la vivificavano.
— Se restassimo qui tutto l’inverno? — disse un giorno; ma all’indomani aveva cambiato parere.
Una visita al suo appartamento di città, dopo tanti mesi di assenza, la persuase che occorrevano grandi cambiamenti. Andò dal tappezziere, dallo stipettaio; e fra i mobili intarsiati, fra le stoffe antiche, fu ripresa dai gusti mondani.
Durante queste corse incontrò Eva, in moto essa pure per l’allestimento del suo nido, —