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forti e cadenzati, quelle strette di mano robuste che lasciavano il segno degli anelli sulle sue manine delicate. E se parlavano molti insieme, ascoltava con voluttà i suoni di voce baritonali, profondi, chela scuotevano tutta, o le acute voci dei tenori singolarmente stuzzicanti.

Raggomitolata sulla poltroncina, nel suo circolo d’uomini, sembrava qualche volta distratta o indifferente; ma a traverso il fumo degli sigari una fina ebbrezza giungeva fino a lei, ebbrezza che le sue nari respiravano avidamente, come si respira l’ossigeno nell’aria; e dopo, quando erano partiti, rimaneva a lungo immobile, quasi temesse di smuovere, colle particelle d’aria, l’onda sottile che la penetrava e che insieme ai discorsi fatti era la sola profanazione della sua vecchia verginità.