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Nella quiete della campagna, sola come non lo era stata mai, e imbevuta delle letture fatte, incominciò ad osservare la natura. Il silenzio dei boschi l’attirava specialmente. Quella calma piena di mistero, quelle ombre verdi, esercitavano un fascino particolare sulla sua immaginazione. Restava immobile per delle ore a contemplare i rabeschi dei castagni, i cui rami fronzuti si stendevano, a guisa di vôlta frastagliata da fantastiche ogive. Le sembrava di essere la sacerdotessa di un tempio meraviglioso, esaltandosi al punto da sentire misteriosi concerti e olezzi sorgenti dai fiori, come turiboli agitati da mani invisibili. Si commoveva fortemente, allargando le braccia quasi per abbracciare l’ente misterioso che le dava tante dolci commozioni, per adorare il Dio di quel tempio; e l’ente non era visibile, il Dio le sfuggiva!
Una ignota forza, essa lo vedeva bene, univa tutto il creato: l’insetto al filo d’erba,