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trimonio. Bontà loro, hanno creduto di vedere nella signorina Lydia le qualità necessarie per accettare un uomo che si cura di lei come della cenere del suo sigaro. La posizione è questa; non importa affatto al marchese ed alla marchesa Strutti che il marchesino continui ad amoreggiare la ballerina; quello che occorre è una moglie legittima per impedirgli di fare una corbelleria. Capisci? Noi ci immaginiamo di essere sposate per amore, e invece ci si prende come un paracadute.

— Hai un po’ di ragione — rispose Eva amorevolmente, nella sua dolcezza di donna amata — ma hai anche un po’ di torto. Dici tu stessa che non comprendi l’amore, lo schernisci...

— Sì, sì, finchè l’amore si chiama Strutti o Castel Gabbiano, finchè è vizio, ipocrisia o speculazione, lo derido; faccio peggio, lo disprezzo. Dici che non ho mai amato; ma di chi la colpa? Dov’è l’amore? Io non lo conosco. Ah! è proprio vero che per essere felici