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in viso da una luce soave, e così semplice, così pietosa che pareva un’altra Lydia.

Ma l’entusiasmo dovette cedere al freddo ragionamento. Eva, commossa e seria, le dimostrò l’impossibilità di accettare un simile sacrificio; suo padre stesso non lo avrebbe permesso — suo padre, così fiero! egli che alla notizia del disastro non aveva versato una lagrima! Era per il padre che miss Seymour si crucciava di più; sapeva di essere tutta la sua forza, tutta la sua fede. E fino a quando? — fino a quando potrebbe ella lavorare?

A questo pensiero di dover lavorare Lydia tornò a essere invasa da un’immensa compassione; riprese l’attacco, supplicandola, se non voleva accettar nulla, di venire a vivere con lei, da sorella.

Vedendola implorare con tanto ardore, avviticchiata al collo di miss Seymour, si sarebbe creduto che fosse Lydia l’infelice colpita dalla sventura.