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l’ala del tempo. Nei loro discorsi fluttuava, inconsapevole, un principio d’amarezza.

Lydia affettava più che mai lo spirito forte. Diceva spesso che non voleva prendere marito, che non comprendeva affatto l’amore, che era sicura di non amare mai. Divertirsi era stato lo scopo de’ suoi anni trascorsi, ora abbracciava un altro ideale: quello di soffrire e di piangere per tutta la vita una persona cara.

Era convinta che tutte le sue lagrime sgorgassero per la madre morta. E però trovava un grande vuoto intorno a sè. Nessuno più l’interessava; gli uomini che le avevano fatto la corte erano tutti viziosi o imbecilli o vani o speculatori. Si esaltava raccontando cento minuti particolari, dichiarazioni, dialoghi, motti spiritosi, documenti umani presi sul vero, palpitanti ancora. E tutte le sue osservazioni erano acute, mordaci, imbevute di uno scetticismo disinvolto che aveva l’apparenza della maggior leggerezza.