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suo sbigottimento al cospetto della mamma priva di sensi, era toccante e comico ad un punto.

La chiamava continuamente, prodigandole le cure più inutili, baciandola e scuotendole le mani, interrogando don Leopoldo per sentire da lui che mai poteva essere quel malore improvviso.

Sempre in ginocchio, sprofondata nelle pieghe del peluche bianco che le si ammucchiava intorno come uno zoccolo di neve, ella ergeva il busto, statuina moderna del dolore, senza cessare di essere elegante.

— Avvocato, avvocato, che sarà della mamma mia?

Dopo di avere interrogato inutilmente don Leopoldo, ella si rivolgeva a Calmi.

— Or ora vorrà il medico; sentiremo da lui.

I due uomini, però, si scambiavano occhiate poco rassicuranti. Don Leopoldo tremava, sinceramente commosso e più sinceramente an-