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giorni d’agosto. Fino a settembre, Belgirate non avrebbe accolto i soliti villeggianti, e Lydia rabbrividiva al pensiero di starsene in campagna sola, colla madre e collo zio.

In una verde vallata piemontese, tra le memorie ancor vive dello splendore antico, i marchesi Arimonti avevano il loro maniero. Più volte Costanza vi aveva invitata l’amica, ed ora appunto le sembrava che fosse giunto il momento di accettare.

Una breve sosta in città per rinnovare il baule. Agli abiti velati, ai costumi di mare, ai cappelli di paglia, ai larghi ombrelli foderati di rosa bisognava sostituire gli abiti inglesi di lana oscura, il tocco di feltro colle pennine di fagiano, i guanti scamosciati e l’alpenstok.

Negli intermezzi, nelle sere afose, noiose, che non passano mai, Lydia lesse dei versi sulle bellezze della campagna, lesse le Fonti dì Clitunno, e le parve di avere una decisa