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l’eterna Nemica, conduce l’uomo alla morte.

Fin qui la logica. È lecito tuttavia sperare nelle forze segrete della natura che ridona tante volte la vita quando i medici hanno già pronuncialo la condanna. Certo se la società è ammalata al punto da avere tutti i suoi organi in isfacelo, i suoi giorni sono contati, non v’ha dubbio; e nello stesso modo che curvi sul cuore di un ammalato ne interroghiamo i battiti per sapere quanto vivrà, la donna che è il centro della vita universale ci darà la misura del pericolo. Esso è appunto grave nell’ora che corre; abbiamo quaranta pulsazioni al minuto. Ma che perciò? La malignità del morbo, i cattivi medici, perfino la cura sbagliata, nulla potranno contro l’imperscrutabile mistero che ci guida. Se la meta è la vita, l’avremo!

Passata la crisi risorgerà l’inferma più rigogliosa di prima; questo dobbiamo credere per schietta fede nei destini dell’umanità.