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insensibile al freddo di un rigidissimo gennaio sotto la maglia di cotone che la lasciava quasi nuda. Sulle prime pensai anch’io che la povertà l’avesse ridotta a fare quel mestiere e mi stringeva il cuore di profonda compassione. Se non chè, guardandola, i tratti del suo viso me ne rammentarono altri veduti in ben altri luoghi, tra i doppieri delle sale dove vanno i felici del mondo. Erano gli stessi occhi luccicanti e superficiali, le stesse mani ripugnanti al lavoro, lo stesso stigma di delinquenza scolpito in fronte. Non avevo che a cambiare la maglia di cotone con un sontuoso abito da ballo per vedervi fremere dentro la stessa lascivia. Che cosa facevano di diverso quelle signore educate in collegio? Non si offrivono forse per un gioiello o per un abito nuovo, tanto e quanto questa poveraccia? E se pure per questa la causa fu la miseria, quale scusa avranno avuta le altre e perchè non dovremo preoccuparcene? Perchè non dovremo ricercare