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Mi trovavo un giorno nel negozio di un libraio quando entrò una bella ed elegante signora a ritirare dei libri in abbonamento. Avendo preso interesse ad alcuni particolari della sua fisonomia chiesi chi fosse. Il libraio che di frasi fatte ne ode tante, rispose enfaticamente: «È una vittima della società!» — Vale a dire? — «Sa.... una di quelle donne!...» — Scusi mi spieghi un poco come c’entra la società, perchè infine apparteniamo tutti alla società e mi preme sapere la parte di responsabilità che mi tocca. La prego dunque di narrarmi la storia di quella signora. — Il libraio, grave, incominciò: — «Anzitutto è una donna senza testa».

Il fatto è autentico. Quante altre storie simili si potrebbero incominciare proprio così. Anzitutto è una donna senza testai.

Mi rivolgo a tutte le donne, alle madri di famiglia, alle direttrici di stabilimenti, a coloro infine che avvicinarono molte fanciulle in qualità di serventi, di operaie, di allieve. Ricordano le infingarde che non amano il