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Vi sentite soffocare, siete tentati di gridare: Al ladro! No, non è permesso manomettere così la roba degli altri. Piangete, o bestemmiate, o gridate, o ve ne ne state muti e frementi per l’indignazione, o chiedete sul serio: Perchè quel signore ha trattato tanto male il mio libro? — e vi sentite rispondere placidamente: Male? Non mi pare. Ha detto che la lingua è discreta. Capirà, con tutti i libri che ingombrano i tavolini di redazione il povero giornalista diventerebbe matto se dovesse leggerli.
Correte dall’amico o dall’amica che ha relazioni, che aveva promesso di occuparsi del vostro libro e trovate un volto preoccupato, una stretta di mano distratta e superficiale. Quante cose avvennero dal giorno della promessa! una rappresentazione della Duse, una toilette sciupata, il progetto di un viaggio, il principio o la fine di un amore... Il vostro libro? Ah! non avete più il coraggio di parlarne. Vi sentite solo, solo con esso, col vostro sogno, colla vostra illu-