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in campagna, nella compagnia degli umili e dei poveri; non era dotta, non frequentava i dotti, ma formò l’animo di suo figlio per modo che egli potè dire parlando di lei: “È nel cuore che Dio ha messo il genio della donna, poiché le opere di questo genio non abbiano ad essere che opere d’amore„.

Come si vede, io sono ben lungi dal negare l’intelligenza della donna e nemmeno la ritengo inferiore a quella dell’uomo. Dico e ripeto che è altra cosa e che perciò appunto deve applicarsi là dove l’uomo non riescirebbe, non potendo il bene derivare se non dall’equilibrio. Nessuno mi immagino vorrà negare che sia tattica errata quella di riunire tutto il peso da una parte sola della barca: nel nostro caso il punto sovracaricato è la produzione dirò così materiale dell’ingegno, una specie d’idolatria barocca e ottusa che si viene sostituendo all’ardore intimo per cui si apprezza maggiormente un ignorante laureato che un uomo d’ingegno


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