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in qual modo pinotto divenne uomo libero | 93 |
maggior salute e maggior forza da mettere al suo servizio. I padroni non fanno nulla per buon cuore. Essi ci lascerebbero crepare di fame se non avessero bisogno di chi pulisce le loro camere e i loro abiti!
Giacomo Gondi tremava di commozione, di sdegno, di pietà a vedere così trasformato il suo compagno di otto anni, di quegli otto anni trascorsi con tanta soddisfazione reciproca e (almeno aveva creduto) reciproco affetto.
— Senti, — disse con accento pacato e grave, — tu non sei in stato normale, o hai la febbre o sei pazzo. Va a coricarti.
— Non sono nè malato nè pazzo. Ho tutto il mio senno.
— Allora c’è qualcuno che ti ha scaldata la testa, va, va a riposare.
— A me scaldare la testa? — esclamò Pinotto ridendo ironicamente, — non sono nè un bambino nè uno stupido; dica piuttosto che è lei che vuole liberarsi di me. Ah! ma se è questo (una vampata sinistra balenò ne’ suoi occhi) il servizio glielo faccio subito e me ne vado.
Non così presto lo scatto di una rivoltella risponde alla pressione del dito quanto l’azione seguì le parole di Pinotto. Gettò via la paletta che teneva ancora in mano e corse all’uscio.