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76 il convegno dei sette peccati


Una indistinta massa cenerognola strisciando di sotto all’uscio si avanzava pian piano, cresceva, ergendosi, e prendendo definitivamente forma e consistenza di donna si pose ritta dinanzi al trono.

— Ah! Invidia, povera Invidiuzza, ti avevamo dimenticata.

— Lo so, è quello che fate sempre. Ognuna di voi pensa e agisce come se io non esistessi.

Amarissima suonò la voce della nuova venuta, la quale chinandosi con ironica umiltà a baciare la mano di Superbia trovò modo di sputare senza essere vista sullo strascico di Lussuria. Ed era la più brutta delle sette sorelle, più brutta di Avarizia, benchè più giovane. Piccola, sparuta, dalla magrezza rachitica e viziosa, sulle sue guancie livide i desideri insoddisfatti e urlanti avevano scavato quasi una fossa; la sua bocca pieghevole alle basse adulazioni temprava nello stesso tempo la freccia avvelenata e i suoi occhi, dei quali uno era di vetro, avevano il sinistro bagliore degli occhi dello sciacallo vagolante intorno ai cadaveri. Sull’abito meschino di color bigio portava false perle e gemme di vetro sfacciatamente luccicanti.

— Come mai, — disse Gola grassa e senza