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il convegno dei sette peccati 75


— Ah! lasciatemi stare, parlare è una ben grave fatica. E poi è tutto così inutile! L’ozio solo è bello.

— Eppure devi contribuire anche tu al fasto del nostro nome. Non si può essere peccati se non si fa qualche cosa.

— Scusa, sorella, non hai forse mai approfondita la mia missione nel mondo. Colla mia apparenza insignificante fo degno riscontro a sorella Avarizia; se ella è il tarlo che rode io sono l’acqua cheta che mina e ti so dire che ben molti ponti sotto i quali passarono trionfanti le fiumane dei secoli stanno per crollare in grazia mia. Chi vivrà vedrà. Ho detto.

— Ed io! Io! Io! Perchè non mi interroghi? — gridò Ira sollevando in ventate di rabbia il suo abito fiammeggiante.

— Taci, ragazza. I tuoi meriti come peccato sono considerati appena dai sacerdoti in confessione. Nel mondo non fai male abbastanza. Ora procederemo alla nomina della nuova regina. Ma che vedo, sorelle? Che è mai quella specie di fumo che entra dalla fessura dell’uscio?

— È forse nebbia.

— Pare un velo.

— Pare un cencio.