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il convegno dei sette peccati 71


acuti e colla punta del randello per vedere se qualcuna delle sorelle avesse lasciato cadere una bazzecola qualsiasi.

Introdotte nella gran sala d’onore rimasero quasi acciecate dallo sfolgorio del trono sul quale stava rigida ed immobile Superbia, vestita con un magnifico abito di raso giallo lucente come oro fuso, recinto il collo di perle che le scendevano fino ai ginocchi, sparsa la persona di brillanti, di topazi, di rubini, di zaffiri, di smeraldi, cariche le dita di ogni sorta di gemme e la fronte altera chiusa in un diadema di stelle.

— Buon giorno, sorelle mie, prendete i vostri seggi. Scade oggi il mio turno di regno e dobbiamo nominare quella di noi che regnerà l’anno prossimo.

Lussuria si adagiò al posto d’onore, alla destra del trono, sorridendo coi denti candidi fra le labbra sanguigne.

— Grande è la nostra responsabilità, o sorelle, — continuò Superbia appoggiando la destra gemmata sopra uno scettro d’oro sormontato da una bestia favolosa, metà drago metà leone, cogli occhi di carbonchio — : noi assistiamo giornalmente alle conquiste davvero meravigliose che il progresse compie in tutti i rami. Dalla scienza alla legislatura,