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Il convegno dei sette peccati.

Nel palazzo della Superbia, eretto sopra un’altura che dominava tutte le case circostanti, un guardaportone in gran livrea introduceva gli invitati i quali dovevano genuflettersi e fare atto di deferenza fin dalla soglia, poi attendere che Sua Maestà si degnasse riceverli; e questa attesa trascorreva in una galleria mobiliata di alti specchi destinati a riflettere, moltiplicandolo all’infinito, lo stemma di famiglia, la cui origine risaliva nientemeno che a Lucifero, e che si adagiava fra leoni rampanti ed aquile romane al di sopra di ogni specchio.

Prima ad arrivare fu la Gola, dal viso rubicondo e dagli occhietti lustri. Ella chiese subito se vi sarebbe stato trattamento e senza aspettare la risposta gonfiò le narici per cogliere nell’aria qualche buon odore di

Neera, Novelle 5