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due mondi 47


dre, guardava da un po’ di tempo con indicibile sorpresa un gonnellino di seta rosa e verde coperto di merletti che appariva e spariva continuamente nei rapidi movimenti della sua proprietaria. Ciò le rammentava con una visione violenta «Zuleika la ballerina».

Pietro Deviti si trovava più male di tutti. Aveva accettato per convenienza di sedere accanto alla veneranda Nonna, e, intanto che ella gli narrava di suo padre giovinetto, egli, con un fuscello, frugava nella cenere del focolare cercando il mezzo di cavarsela alla men peggio. Che sfortunata idea era mai stata quella di venire a conoscere i suoi parenti! Sollevando tratto tratto gli occhi dalla cenere vedeva il quadratello appannato della finestra, con quei vecchi vetri verdognoli dietro ai quali la neve sembrava anche più triste e si desiderava lontano cento chilometri.

A un tratto una delle sorelle esclamò:

— Venite a vedere il presepio?

Pietro Deviti si alzò con premura, stese i pantaloni sotto al ginocchio, arricciò i baffi e fece un cenno a sua moglie. In un angolo del tinello che fiancheggiava la cucina, sopra una cassapanca, era stato rizzato il paesaggio di cartone colla capanna coperta di paglia e il bambinello Gesù con un pannolino attra-