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42 due mondi


Aperse la rozza imposta di legno che conduceva all’orto e trovato il miccio in mezzo alla neve se lo pose nel grembiule scottante ravvolgendolo con tenerezza materna.

— Stai bene eh? qui; stai bene, girovago, al calduccio?... Meglio il fuoco che la neve, eh?

La mamma lo volle vedere, lo volle accarezzare anch’essa, e le altre due vennero a far coro. Gli occhi del miccio luccicavano attraverso un lembo del grembiule e le quattro vecchie ridevano, ammiccando, solleticandolo colle loro mani rugose che tremavano un poco.

Suonarono in quel mentre le festose campane del mezzogiorno. La nonagenaria si fece il segno della croce, mormorando le prime parole del «Benedicite»; risposero le figlie in attitudine raccolta colle mani giunte; ed ella replicò:

— Diciamo un’«Ave Maria» per coloro che sono in viaggio.

Nella mente della vecchiarda l’idea del viaggio mal poteva disgiungersi da infinite peripezie su strade malagevoli infestate da briganti; non avendo per suo conto mai vista una ferrovia non cessava dall’aggiungere alle sue preghiere quel pio richiamo ai pellegrini viaggiatori d’altri tempi. Ma in quel momen-