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viaggio di istruzione 31


— Ma — tornò a dire Filarete del tutto disorientato — questi libri che vanno in mano di chiunque, del bottegaio unto, del giovinastro avvinazzato, di persone a cui quelle nobili dame non vorrebbero a niun prezzo toccare un dito.... e in case sudicie, in letti ignoti.... questi libri pieni di infezioni e di microbi.... sui quali il vizio e la malattia hanno posato misteriosamente le loro traccie invisibili.... questi libri della comunità e della miseria che non si sa di dove vengono, carichi di fiati e di sputi.... che non si sa dove andranno portando via l’effluvio del salotto elegante dove posarono un giorno tra gli oggetti più intimi e più cari.... no, questi libri non possono soddisfare il gusto raffinato di quella parte di femminilità che tutte le altre donne guardano con invidia e che noi poeti collochiamo così alto nel nostro ideale.

Il libraio si strinse nelle spalle e rispose con finta bonomia:

— Che vuole, la vita è cara. I guanti devono essere freschi tutti i giorni al pari dei fiori, i nastri si gualciscono, le trine si stracciano, i cappelli si sformano prima che finisca la stagione. Un abito appena appena decente costa due o trecento lire, le mantelline duecento, trecento, cinquecento, ottocento a