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piccole virtù a spasso | 299 |
Il piccolo e gramo Disinteresse trascinando le gambuccie concluse con un accento che pareva quasi ilare:
— Se riesco a mettervi a posto voi due, per me non ci penso.
— E se ci rivolgessimo direttamente ai signori? — propose Affezione.
Veniva alla lor volta una dama vestita di velluto, con due immensi ciottoloni lucenti alle orecchie che a vederli a quel posto bisognava chiamarli brillanti e che fecero restare a bocca aperta i tre villici.
La dama si accorse dell’impressione prodotta e sorrise; quel sorriso diede coraggio ad Affezione:
— Signora, non per comandarle, ma di grazia, vorrei dirle una parola.
Una mano inguantata corse alla ricerca del borsellino.
— Signora, signora, — continuò l’altra ansiosamente, — non le occorre una donna di servizio? o due? o un servitorello?
— E che altro ancora? — fece la dama squadrando con diffidenza gli sconosciuti, — rappresentate forse un’agenzia di collocamento?
— Noi siamo appena arrivati a Milano, non conosciamo nessuno e vorremmo entrare a servizio in una buona casa.