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piccole virtù a spasso | 297 |
tuna. Gli basta di trovare una casa onesta dove gli vogliano bene.
La dichiarazione parve a tutti un tal colmo di stupidaggine che nel primo momento non seppero che cosa dire. Affezione interpretando il silenzio a suo modo, continuò:
— Non è vero che se sappiamo guadagnarci la benevolenza dei nostri superiori ci troviamo in casa loro come in casa nostra?
Un urlo la interruppe:
— Non vi sono nè superiori nè inferiori. Siamo tutti eguali, per questo dobbiamo far valere le nostre ragioni e dei padroni noi ce ne infischiamo. Ve ne sono tanti! Se uno non accomoda, se ne prende un altro.
— A questo modo però si resta sempre stranieri.
— Meglio stranieri che servi.
— Anche i figli — si arrischiò a dire Sottomissione — ubbidiscono ai genitori, ai maestri che ne sanno più di loro, che li proteggono, li difendono, non li abbandonano mai nei loro bisogni. Ubbidire a chi ci ama non è gran fatica.
— Questa gente esce da un baule! — pensò la capoccia, e disse forte: — Sapete che cosa dovete fare? Tornatevene al vostro paese al più presto. Qui non è aria per voi.