Pagina:Neera - La sottana del Diavolo, Milano, Treves, 1912.djvu/291


zio napo 285


ordinato un cappello con piume verdi, lo fece sospendere in previsione delle gramaglie e il figlio prete che si accingeva a compiere un desiderio di tutta la vita approfittando di un viaggio in Palestina colla compagnia Cook, non ebbe cuore di abbandonare il padre alla vigilia della sua ultima ora. Gli altri due figli si guardavano in cagnesco, sentendo che si avvicinava il momento di battersi ad armi corte a proposito della proprietà di Baggio. La figlia pure, l’unica figlia rimasta, maritata a Cavarzere col medico condotto e madre di cinque pargoletti, piantò baracca e burattini per accorrere al capezzale del genitore morente. In certe ore di strazio profondo, mentre il vecchio rantolava già pallido come un cadavere, il figlio prete, col breviario aperto dinanzi, stendeva sopra un pezzettino di carta un modulo del cartello che si sarebbe appeso sulla porta della chiesa noverando i meriti del defunto, fra cui la sua fede cristiana.

— Coraggio! — ripetevano ad una voce gli amici che venivano in cerca di notizie.

E una bimbetta dei vicini che soleva tutti i giorni salire a prendere lo zucchero da zio Napo, gridò con la piena sincerità dei suoi cinque anni:

— Zio Napo, non morire!