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trambi si buttarono ai loro ginocchi chiedendo perdono ogni furore sparve per incanto e la crisi finì in un diluvio di lagrime e di baci.

L’amore va bene; però che cosa avrebbe fatto Napoleone quando si fosse messo al collo la dolce catena dell’imenèo? I traffici paterni non erano di suo gusto; finire gli studi con quel po’ po’ di occupazione che gli dava la luna di miele neppure gli sorrideva, e dunque? Si allogò provvisoriamente nello studio di un avvocato aspettando che l’erba crescesse. Purtroppo essa crebbe ma non conforme all’aspettativa, che due anni dopo il matrimonio la sposina soccombette in una febbre puerperale e venne sepolta a Baggio lei e il bambino.

Questo doloroso avvenimento ebbe almeno la fortunata conseguenza di maturare il senno di Napoleone il quale riprese di moto proprio gli studi interrotti iscrivendosi nella Facoltà di legge all’Università di Pavia. Non che laggiù conducesse una esistenza da cenobita; amori, risse, bagordi andavano di pari passo collo studio delle Pandette, ma infine era quello che facevano tutti; e lo strascico delle congiure carbonare, mettendo un lievito più nobile in quei giovani cervelli, te-