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come ebbe filarete il suo giorno di celebrità 265


vendere favorisca anticipare le spese: carta, stampa, pubblicità, ecc. Sarò io che lascerò a lei tutto il guadagno, — soggiunse l’editore con un sorriso a doppio taglio.

Fu rizzato lì per lì un preventivo che fece sulle prime nicchiare Filarete. Ohibò! Egli che si era data la fatica di scrivere il romanzo doveva anche pubblicarselo a proprie spese? Che ci stanno a fare allora gli editori? Infine si decise riportando i suoi calcoli sulla vendita. Così a occhio e croce cinquecento copie dovevano andare tra parenti, amici, conoscenti, avventori del medesimo caffè, vicini di casa; senza parlare del gran pubblico che avrebbe visto il volume dal libraio e sarebbe corso, figurarsi se no!, a comperarlo. Mille copie dunque, mille e cinquecento colle provincie, duemila coll’estero.... Affaroni d’oro.

Intanto, a proposito degli avventori del caffè, Filarete incominciò a mostrarsi di una gentilezza particolare con tutti. Sempre il primo a levarsi il cappello, si affrettava a interrompere la lettura di un giornale per offrirlo a chi ne mostrasse desiderio; cedeva il suo posto alle signore ed accarezzava i bambini. Qualcuno vedendolo così compito avrebbe pur domandato il suo nome ed il cameriere, previa competente mancia, era au-