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vecchio walzer | 233 |
sì affettuoso, ravvolti entrambi in quella luce siderale dell’amore felice ma non ancora soddisfatto che tinge ogni cosa intorno di un riflesso divino: nè la cornice faceva torto al quadro, chè era per tutto l’appartamento un olezzare di fiori, uno splendere di doppieri di vecchio argento, un avvicendarsi di parenti e di amici tutti sorridenti, tutti recanti il loro augurio agli sposi.
E poi.... (gli usci erano chiusi, la cameriera lontana, il silenzio signore della notte) la marchesa osò riaffacciarsi ad un’altra visione. Quattro occhietti lucidi la guardavano, è vero, dall’alto della caminiera ma appartenevano a due statuine rappresentanti Dafne e Clori le quali fiancheggiavano la pendola di marmo nero incrostata di rame dorato e la marchesa non ne ebbe paura. Stavano là da tanti anni, dovevano avere tanta esperienza del mondo!...
Sulle.... sulle labbra....
Le prime note di un walzer roteavano, turbinavano nelle orecchie della marchesa. Oh! non era musica classica quel walzer di Luigi Arditi: «Il bacio». Le sue nipotine avrebbero riso di una composizione così semplice, volgaruccia, musica per le gambe! Ella pure, la