Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
vecchio walzer | 231 |
allora che un’amica, esagerando un poco, come succede, le mormorò all’orecchio: «Non sembri la nonna ma la sorella maggiore».
I complimenti non ubriacavano la vecchia signora piena di spirito e di esperienza. Ella li accoglieva come moneta dovuta, buttandoli con indifferenza nel reparto della sua memoria dove se ne erano già accumulati tanti, dove se ne sarebbero accumulati ancora, fiori di carta della gentilezza; sempre fiori però e per ciò cari alla sensibilità femminile.
Una cosa che la marchesa voleva evitare ad ogni costo era il ridicolo delle donne mature che pretendono ancora di fare delle vittime nel sesso forte. Conservarsi bella, più bella che poteva, aiutare in tutti i modi la natura che già le si mostrava tanto favorevole, sta bene. Era per lei questione di decoro, di buon gusto, di fine educazione; era un bisogno per sè stessa, per non inorridire davanti a uno specchio, ed anche perchè se l’aspetto della vecchiaia è poco accetto dovunque e una vecchia rinfronzolita fa schifo, nondimeno una vecchia trascurata che presenta la testa calva e le mani ad uncino è altrettanto ripugnante. La giusta misura, l’equilibrio, ecco ciò che voleva la marchesa. Per questo la stoffa de’ suoi abiti era di prima qualità, ma