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vecchio walzer 227


ramboni», non vedeva la necessità di modificare l’aggettivo. Diceva a tal proposito il vecchio generale di Rocca Latour, che era stato ufficiale nelle Guide e grande seduttore al cospetto di Dio: «Vi è restauro e restauro. Bisogna distinguere, perchè tutto dipende dal merito dell’oggetto restaurato e dalla abilità del restauratore. Convengo che a rifare una cappella rustica e goffa si perde tempo e denaro e impiastricciando malamente di pittura volgare un affresco prezioso scolorito dal tempo si offende l’arte e si disgustano gli occhi degli esteti; quando invece un tempio degno è degnamente conservato alla nostra ammirazione tutto è per il meglio e dobbiamo rallegrarcene. Non vi si celebreranno più i divini uffici, ma innalzato all’onore di monumento nazionale ci darà ancora una gioia per le pupille e un volo per il pensiero».

La marchesa Accoramboni rientrava dunque quella sera nella sua camera (dopo di avere assistito alla scritta nuziale della figlia di sua figlia) con passo elastico ed occhi scintillanti. Era più che sera, veramente, poichè la pendola di marmo nero incrostata di rame dorato sullo sporto della caminiera segnava il tocco e mezzo. Ella peraltro non vi diede