Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
220 | decadi |
1900.
Giulio Sorisi non sa oramai dove passare la sera. Si è provato a restare in casa, ma ebbe paura di impigrirsi troppo e di cadere sotto il dominio della sua governante. Anche aveva provato a frequentare qualche relazione nuova, ma si accorse di starvi come un pesce fuori d’acqua, ignoto e indifferente a tutti. I suoi frizzi erano passati di moda, le sue opinioni invecchiate, i suoi gusti tramontati; financo il suo patriottismo nessuno lo capiva più. Solamente qualche fanciulla pietosa gli usava la cortesia di domandargli se non gli dava noia una finestra aperta....
Così Giulio Sorisi prese il partito di rinunciare alla società oltre che al teatro.
Egli va ora, le sere che non piove, al caffè. Si mette in una sala in fondo e si fa portare i giornali, che legge poco, ma che gli tengono compagnia. La scelta della bibita a cui attenersi non gli è stata molto facile perchè in causa dell’acido urico ha la proibizione del thè, del caffè, e di tutte le bevande alcooliche. Si rassegna all’acqua di soda, che non gli piace, ma che gli dà l’illusione di prendere qualche cosa.