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decadi 219


Una rimembranza sentimentale gli fa alzare gli occhi verso un palchetto di terza fila; è là che egli vide per la prima volta Clotilde.... vestita di nero, con una rosa scarlatta sulle nevi del seno. Possibile che sia morta anch’essa? È proprio morta la dolce amica, come morì Cattaneo, come muoiono tutti i giorni intorno a lui le persone che era solito a vedere, a salutare....

Un’ombra si muove in fondo al palchetto. Clotilde? No, è una dama rigorosamente abbrunata, un po’ curva, coi capelli bianchi, che cerca di nascondersi agli occhi del pubblico. Qualcuno, dietro a lui, ne fa il nome, la duchessa***, ma il vecchio signore non crede. Appunta il canocchiale, e subito lo abbassa, atterrato. Lei? La superba bellezza che fu per vent’anni la regina della vita elegante milanese, per cui si ebbero duelli, divorzi, fughe, il delirio di tutti gli uomini, l’invidia di tutte le donne.... più bella di Clotilde, molto più bella.... ma quanti anni sono passati dunque?

Il vecchio signore china il capo sul petto e gli passano ancora davanti agli occhi con un baleno ironico le magnifiche spalle della divina creatura che non è più.