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decadi 199


passioni annidate tra quelle ville che tutta l’aria ne sembrava impregnata; e più assai che nella antica città della Tracia s’avrebbe aspettato di udir quivi cori nascosti di Efebi e di più o meno giovani ninfe cantanti estasiati il verso di Euripide:

Re dei celesti e dei mortali, Amore!

Pensavano a questo i due giovani adagiati in uno stretto sandolino, che essi guidavano con negligenza a rari colpi di remo, assaporando la sottile ebbrezza dell’abbandono sulle acque?... L’amore tiene un grande posto in una esistenza di vent’anni. A questo dunque, e a cento altre cose; o più probabilmente ancora a nessuna. La divina giovinezza canta, scroscia, ride, si espande; uccello, fonte, raggio e fiore tutt’insieme, senza sapere, senza cercare il perchè.

E il sandolino girava lento la punta di Torno lasciandosi a destra la romantica Pliniana, movendo diritto verso Nesso selvaggia appollaiata sulla rupe in attitudine di falco. Altre barche salivano da Como, scendevano dalla Tremezzina, in quel pomeriggio delizioso d’autunno, tra il profumo dei giardini, sotto l’arco dei terrazzi che sporgenti sul lago of-