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L'avventura di tre furbi.

Sdraiati in un campo di ravettone i cui fiori gialleggiavano nella maturanza precoce di un giugno ardente i due figliuoli della Menica riposavano, avendo terminato per quel giorno i loro lavori di campagna, aspettando lo zio Titta che doveva passare di lì col vitellino nuovo.

Vissuti sempre insieme di una vita semplice e monotona i due fratelli non avevano grandi cose da raccontarsi, così quando ebbero fatto qualche pronostico sul tempo e convenuto insieme che il ravettone quell’anno prometteva bene Paolo trasse di tasca un mozzicone di sigaro raccolto per via, lo succhiò un poco e lo passò a Pietro, da buoni fratelli abituati a non avere nè tuo nè mio.

— Quel maledetto dente mi duole ancora, — disse Pietro a un certo momento.

— Converrà farlo levare, — soggiunse Paolo.

— Già.