Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
146 | l'uomo dei palloni |
il muro e allora non ebbi più voglia di sapere altro.
— Proprio così! — esclamò il Pretore soddisfatto, — era quello il ladro.
— Che ladro?
— Del portafoglio.
— Senta signor Pretore, intanto che ci siamo, vorrebbe farmi il piacere di spiegarla un po’ anche a me codesta faccenda del portafoglio? Mi pare di averne un certo diritto.
— Ma come, non avete ancora capito? Il giovinotto stando in tram aveva fatto sparire il portafoglio dalla tasca di un signore che arrivava giusto allora a Milano per eseguire un pagamento. Sceso poi troppo prontamente destò il sospetto, fu inseguito e.... il resto lo sapete. Per salvarsi gettò il corpo del delitto addosso a voi. È un vecchio stratagemma ma questa volta la giustizia non ne avrebbe saputo nulla se il ladro stesso riparando all’estero non ci avesse scritto denunciando il tiro.
L’uomo dei palloni che intanto aveva continuato ad accarezzarsi la barbetta domandò placidamente:
— Allora i denari non sono miei?
— Ma vi pare? Centocinquantamila lire? Anzi dovreste restituire diciannove lire e qua-