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l'uomo dei palloni | 135 |
le diverse occorrenze; se non che all’atto di ritirare il groviglio delle funicelle uscì dalla sua tasca e cadde al suolo un grosso portafoglio di pelle nera.
L’uomo fece un passo indietro. Che diavolo poteva essere? Si chinò bel bello con quella poca elasticità che gli concedevano i sessantacinque anni suonati e raccolse delicatamente il misterioso oggetto. Era proprio un portafoglio in pelle ed ossa.
— Pelle ed ossa, — ripetè palpandolo e ridendo della propria spiritosaggine.
Pelle fina di bestia rara, ossa robuste che lo inquadravano in un’ampia e magnifica corporatura di portafoglio sano e ben nutrito.
— Che diavolo, che diavolo! — disse ancora aprendolo con molta precauzione e con moltissima curiosità.
Vi cacciò dentro due dita, l’indice e il medio, così, per toccare, e sentì un grosso plico di carte. Semplici carte?... Denari?... Rapidamente il pollice andò a raggiungere le altre due dita e fra tutti e tre insieme estrassero, adagino, adagino, un pacchetto di banconote che gli diedero lì per lì le traveggole. Capì che la faccenda si faceva seria. Con un movimento secco afferrò l’unica sedia che si trovava nello stambugio e vi sedette stringendo i ginoc-