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128 | un bel caso |
— Come si fa alto il vostro bambino! — le disse un giorno un merciaiuolo ambulante che lo aveva veduto l’anno prima. — Vi somiglia.
A queste parole la Luigia arrossì tutta e si sentì balzare il cuore nel petto. L’idea che le assomigliasse davvero incominciò a impossessarsi di lei dandole un turbamento profondo e delizioso. Una volta che il piccino le buttò graziosamente le braccia al collo chiamandola mamma, ella se lo strinse al seno con impeto selvaggio mormorandogli dentro ai capelli:
— Viscere mie!
Oramai ella prendeva posto nei crocchi delle matrone dove si parlava di gravidanze, di parti, di bimbi nati e nascituri, di cibi speciali per le puerpere, delle prime pappe da darsi ai bambini slattati, e la sua parola appassionata e persuasiva dominava tutte le altre. Spesso i suoi discorsi incominciavano così: Io non ho che un figlio solo, tuttavia....
Ed ognuno in paese ripeteva «il figlio della Luigia» tanto che i giovani, gli ultimi arrivati, i distratti, non dubitavano neppure che egli fosse veramente suo figlio. La cosa era poi di mediocre importanza per il pubblico.