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un bel caso 125

solitudine poichè non aveva più nè padre, nè madre, nè nessuno.

Fu in quel torno dei quaranta o giù di lì che si sparse in paese la notizia strabiliante del matrimonio della Luigia. Per quanto sulle prime molti fossero gli increduli dovettero pure arrendersi all’evidenza del fatto quando il signor curato bandì dal pulpito il matrimonio di Luigia Peregalli con Battista Fenile detto Battistin del Fico.

E pazienza la Luigia che poteva dirsi giovane e bella in confronto di quella figura da presepio del Battistino, più piccolo di un terzo e rattrappito come un ceppo di vite secca, bolso per giunta da sembrare appena alzato dal letto una vecchia rozza reduce dal mercato. Chi si sarebbe mai immaginato un matrimonio simile! Proprio vero — dicevano i maligni, fra cui questa volta anche le donne — che ella ne schiattava dalla voglia.

Il vero perchè invece lo sapevano appena loro due, che quando Battistin del Fico essendosi addormentato una volta colla pipa accesa nella tasca del pastrano bruciacchiandolo mezzo e la Luigia sua vicina di casa si era gentilmente offerta per i debiti rattoppi, l’idea era subito balenata alla mente dell’uomo. Che cosa facevano così solitari uno