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116 | uno scandalo |
il catechista, — pur che le condiscepole non se ne sieno accorte.
— Lo sanno! Lo sanno! — gemette la maestra. — È questo lo scandalo. Quella Luzzani maliziosa come Lucifero l’ha letta certamente o tutta o in parte e riferita alle compagne.
Don Celso tornò a guardare il foglietto che aveva in mano. «Mio adorato Gustavo! Da quel giorno che ti ho veduto bello come un angelo e fiero come un soldato».
— Non ha l’antitesi molto felice, Varisco.
— È una scribacchiona, — interruppe la maestra, — lascia scappare dalla penna tutto ciò che le passa per quella testa sventata, senz’ordine, senza stile.
— E chi sarà Gustavo? — osservò la direttrice. — È necessario saperlo.
— Probabilmente qualche cuginetto, — soggiunse don Celso con intenzione di attenuare la colpa. — Bisognerebbe interrogare la ragazza. Alcune frasi della lettera inducono a credere che legge romanzi. «l’ebbrezza che provo pensando a te....» Ah! benedetta gioventù!
— E come fanno a leggere romanzi, domando io, colla sorveglianza, colla severità della nostra disciplina!! Chiamatela, chiamatela subito.
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