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uno scandalo | 111 |
non è, le pupille della fanciulla si accendono e scintillano del lampo della ispirazione; la cannuccia ricondotta alla sua naturale pendenza corre veloce sulla carta.
Le compagne di Varisco la guardano con invidia. Come mai ella ha potuto trovare il bandolo di quel tema su Gerolamo Savonarola, la sua predicazione e il suo supplizio? Bel soggetto da trattarsi nel mese di luglio, proprio quello che ci voleva. O chi si ricorda ancora di Gerolamo Savonarola dopo tanto tempo che è morto?... Ma già. Varisco è stata a Firenze, che ci ha la nonna; avrà veduto almeno il posto dove fu rizzato il rogo e allora, si capisce, qualche cosa si può dire. Fortunata Varisco!
La fanciulla non si accorge di essere osservata. Ella scrive, scrive, scrive, rossa in faccia, sprofondata così nella sua ispirazione che le compagne la chiamano invano.
— Varisco, dimmi una parola anche a me, la prima, tanto da poter cominciare....
— Varisco, ti ricordi di che paese era quel frate?
— Era proprio un frate, Varisco? E l’anno in cui visse?
Un ronzìo di alveare subentra al silenzio stanco; un subito risvegliarsi di energie che