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gli occhiali 97


di entrare impedivalo pure agli sguardi dei piccoli indiscreti.

A un dato momento, tuttavia, sotto la pressione di una piccola mano serrata in un guanto di pelle di Svezia, la tenda si scosse e ondeggiò aprendo il passo ad una signora dall’aspetto semplice e distinto che scomparve subito nella penombra interna. Giungendo dalla caldura della strada il negozio presentava un ristoro di oasi che la signora avvertì subito con una lieve espressione di piacere nel bel volto pallido un po’ sfiorito.

— Le sue lenti non sono ancora pronte, — esclamò l’occhialaio da dietro il banco, sospendendo di frizionare con un pezzo di flanella un manico di tartaruga — ; se ha la bontà di aspettare dieci minuti, un quarto d’ora al più...

— Benissimo, — fece la signora prendendo posto con tutto suo agio sopra un divanuccio collocato in fondo al negozio, fra due scansie che lo rinchiudevano isolandolo in una improvvisazione di cantuccio intimo assai attraente. — Non ho fretta e si sta bene qui.

Poi girò intorno gli occhi, calma, assorbendo la quiete dell’ambiente silenzioso e fresco come una biblioteca. Una scarsa luce