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Gli occhiali.

Una tenda a rete di color turchino scuro separava la bottega dell’ottico dalla strada, invasa a quell’ora da un sole cocente che sembrava anticipare l’estate quantunque non si fosse che in giugno.

Nella vetrina i canocchiali da teatro allineati simmetricamente, quelli di pelle nera, quelli d’avorio, quelli di madreperla, quelli di metallo, tutti ben lucidi e puliti, avevano l’aria di dormire, come accade in tempo di morta stagione, accanto alle lenti solite che si vendono tutti i giorni ed a certi complicati trabiccoli per studi speciali che facevano fermare i ragazzi curiosi sempre di ciò che non capiscono.

Tentavano anche i ragazzi di sbirciare nell’interno della bottega dove si rizzava sopra un cavalletto di legno un grande stereoscopio, ma la tenda a rete di color turchino scuro nello stesso modo che impediva alle mosche