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374 una discrezione


Questa volta ci fu un lungo silenzio. Gabriele meditava; il marchese faceva saltar via colla punta dell’ombrellino i petali secchi dell’oleandro.

Mio nonno — era ancora il marchese che parlava, seguendo cogli occhi la parabola che i petali staccati tracciavano nell’aria prima di cadere — un vecchietto arzillo, sempre elegante nella sua giubba turchina coi bottoni d’oro, ultimo avanzo di quei galanti cavalieri che sapevano maneggiare altrettanto bene la spada e la lingua, povero uomo, mi diceva: l’erba spunta tutti i giorni, le rose tutti gli anni, il fior dell’aloe tutti i secoli; l’occasione una volta sola. Oh! — disse poi traendo il cronometro — è ora di far colazione; Sua Bellezza mi aspetta; e — soggiunse