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360 una discrezione


Andò a mettersi coi piedi allo stesso posto dove ella era stata, appoggiando le spalle a quel medesimo albero, così colla testa un po’ alta guardando lontano. Una ebbrezza interna lo faceva tremare tutto e aveva davanti agli occhi come una nebbiolina d’oro.

— Il destino vuole che diventiamo amici. — Aveva detto questo. Lo ripetè due, tre, quattro volte, tentando di dare alla sua voce la stessa tonalità, le stesse inflessioni. Il destino vuole. Quanta dolcezza in questo occulto dominio del destino! E quando aveva detto — Dunque mi perdona? — E prima — Il nome di un angelo. — E — fanciullo! — Ah! come l’aveva pronunciata quella parola, con una tenerezza, una morbidezza quasi....